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Il sonno dei bambini – ninne nanne, fiabe e storie della buona notte

Come abbiamo visto nel primo articolo legato al sonno dei bambini: Il sonno dei bambini: ingredienti per notti serene, uno degli ingredienti fondamentali per accompagnare i piccoli al sonno è legato alla cura dell’addormentamento. Se si pone attenzione a questo momento, creando dei rituali sempre simili, trasformando questa fase in un rito piacevole, i piccoli potranno lasciarsi andare con serenità e questo gioverà sulla qualità del sonno di tutta la notte

UTILIZZARE LA VOCE E IL RESPIRO, PER CANTARE, NARRARE E RILASSARE IL CORPO

Le ninne nanne

Il rituale della ninna nanna si ripete fin dai tempi antichi e a tutte le latitudini, percorrendo trasversalmente tutte le culture.
Questo ci conferma che da sempre e ovunque il momento dell’abbandono al sonno è estremamente delicato e comporta il bisogno di vicinanza fisica e affettiva, che possa favorire la sicurezza e la fiducia nel risveglio. 

Studiosi e musicisti hanno a lungo esplorato il mondo delle ninne nanne e ci raccontano come nel tempo, gli elementi del rito siano rimasti immutati: il ritmo, semplice ed essenziale, una modulazione vocale cantilenante, fatta di parole che si ripetono, l’accompagnamento corporeo del dondolare, del cullare e della stimolazione tattile. 

“Rirmicità, musicalità, vocalità e corporeità sono dunque i pilastri che caratterizzano strutturalmente le ninne nanne e che favoriscono un rapporto intenso tra bambino e adulto, una comunicazione profonda e uno scambio reciproco di affettività” (Vessia, 2017).  

Le storie

Altrettanto, inventare e raccontare storie è un’altra modalità per curare questo magico momento.  Esistono diverse tecniche possibili utilizzabili come rituali della buona notte.

Mi preme distinguere le
FIABE DELLA BUONA NOTTE dai
RACCONTI DELLA BUONA NOTTE

Le fiabe sono connotate da uno sviluppo e una conclusione, seguono una struttura ben definita e hanno un protagonista con cui ci si dovrebbe identificare.

  • Possiamo parlare in questo caso di fiabe classiche, citando autori come Andersen, Collodi, i fratelli Grimm, Calvino, Rodari ecc., oppure spaziare nel mondo delle fiabe illustrate, molto interessanti, che celano significati educativi intensi.

Per questo le fiabe sono fiabe, non ne sono state scritte molte appositamente per la buona notte ma la fiaba stessa, prima di tutto per il bambino è lo strumento ideale per trattenere con sé l’adulto. 
Finché essa dura mamma o papà sono lì, tutti per il bambino, presenze durevoli e confortanti, per fornire protezione e sicurezza.
La voce del genitore non gli parla solo della fiaba in sé ma anche di se stesso, egli sarà così interessato alla “sostanza dell’espressione”, alla voce, alle sue sfumature, volumi, modulazioni, alla musica che comunica tenerezza, che scioglie i nodi dell’inquietudine e che scaccia i fantasmi della paura.
E’ importante infatti fare attenzione al timbro di voce, alla presenza, al divertimento e alla piacevolezza del gesto di chi racconta.

Ma le fiabe, spesso, sono lette e il libro e le immagini possono essere fonte di attivazione e distrazione per il bambino, l’enfasi con cui si leggono e si interpretano i personaggi incuriosisce e spesso non rilassa.
Possiamo quindi inserirle nella routine della buona notte, distinguendole però dal rituale di accompagnamento all’addormentamento. 

Per questo ci vengono in aiuto: i racconti della buona notte.

Più simili alle ninne nanne, raccontati sotto voce e a luce spenta, con l’obiettivo di accompagnare i piccoli al sonno, senza incuriosirli ed attivarli con immagini colorate.  
Il buio, inoltre, consente di ascoltare meglio, immaginare e concentrarsi sui suoni.

I tre ingredienti principali per perdersi in un racconto sono:

– Un luogo del cuore

– Le storie di vita

– La fantasia

I racconti sono fantastici, frutto di immaginazione e fantasia di voi genitori oppure legati a vostre storie di vita (pensiamo all’immagine del nonno che racconta ai nipotini le sue avventure, quanto fascino e dolcezza trasmette), possono essere ambientati in un vostro luogo del cuore e perchè legati ad un coinvolgimento emotivo garantiranno presenza, faranno si che possiate perdervi nei ricordi o nella vostra  fantasia. 

Per i piccoli tutto questo potrà essere nutriente, divertente e soprattutto rilassante.

ps. se il racconto risulterà accattivante, preparatevi a ripeterlo all’infinito 🙂 

Cecilia Allasina, psicoterapeuta e psicologa perinatale

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