Come imparare a ri-conoscerle.
Conoscere le difficoltà di scrittura e i primi campanelli di allarme è il primo passo per un intervento precoce e personalizzato, così da accompagnare il bambino verso un percorso scolastico sereno e funzionale.
Quali sono le caratteristiche della scrittura disgrafica?
Le caratteristiche della scrittura discografica sono essenzialmente l’illeggibilità e/o la lentezza.
Questi due aspetti infatti rendono la comunicazione scritta poco efficace: se la scrittura non è leggibile il messaggio non arriva, se invece sono lento non posso esprimere tutto quello che vorrei (soprattutto nelle prestazioni scolastiche).
Entrando nello specifico, il tratto potrà essere poco fluido e con frequenti interruzioni tra una lettera e l’altra, troppo marcato o troppo leggero, le lettere potranno risultare mal concatenate e ci possono essere delle difficoltà nella realizzazione delle forme (che possono essere causate dalla difficoltà motoria ma anche da eventuali difficoltà visuo-percettive o visuo-spaziali).
Ovviamente quando il bambino impara a scrivere deve avere una dominanza di uso manuale ben definita, quindi essere destrimane o mancino. Nel caso in cui la dominanza non sia definita può succedere che faccia fatica anche nell’orientamento del foglio, del tratto, oppure semplicemente che tenda ad allontanarsi dal margine sinistro con il
procedere delle produzioni.
Quali sono i segnali d’allarme?
Fin dalla scuola materna è possibile identificare dei segni che permettono di intervenire in prevenzione e sono segni osservabili non solo nelle specifiche attività grafo-motorie, ma anche nelle normali attività della vita quotidiana. Potranno sviluppare difficoltà di scrittura i bambini che non appaiono coordinati (per esempio faticano nei giochi con la palla, nell’andare in bicicletta) o che non riescono bene nelle attività di motricità fine e nelle prime autonomie come vestizione/svestizione con uso di bottoni, cerniere…Spesso vengono riferite difficoltà nell’uso di forbici e colla.
Può succedere che non amino disegnare, che tendano ad usare pochi colori e che il disegno sia stilizzato e povero di particolari.
In prima elementare si osserverà difficoltà nell’apprendimento della scrittura, con le caratteristiche che ho esposto precedentemente, unite a possibili ulteriori difficoltà nella gestione del materiale didattico (temperino, righello…).
Ovviamente non tutti i bambini presentano tutti i segni sopra descritti, è quindi importante tenere presente che ogni difficoltà di scrittura ha caratteristiche estremamente individuali e bisogna saperle riconoscere per accompagnare i bambini in un percorso scolastico sereno e proficuo.
Qual è il ruolo del TNPEE?
Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva si occupa di promuovere a livello di prevenzione-terapia-riabilitazione lo sviluppo armonico delle competenze neuropsicomotorie del bambino.
All’interno del contesto degli apprendimenti scolastici, si occupa dell’individuazione della difficoltà di scrittura e di progettare un percorso riabilitativo mirato e personalizzato che andrà condiviso con la scuola (ambiente dove le difficoltà incidono maggiormente) e, qualora necessario, collabora con gli altri professionisti alla formulazione della diagnosi di disgrafia.
Alcune competenze neuropsicomotorie sono dei prerequisiti necessari all’acquisizione della scrittura.
La scrittura è infatti una prassia complessa ovvero per scrivere è necessario realizzare una sequenza di movimenti ordinati e coordinati temporalmente al fine di ottenere uno scopo: una scrittura chiara e leggibile per una comunicazione efficace.
È importante tenere presente che sono davvero molteplici le competenze richieste per l’apprendimento della scrittura. A livello motorio viene richiesto al bambino di gestire contemporaneamente l’allontanamento del braccio dal tronco, la giusta pressione sul foglio sia con la mano che con l’avambraccio, i movimenti di flesso-estensione del polso in relazione alla lunghezza della parola e della riga e i movimenti delle dita.
Oltre a tutte queste componenti, nello stesso momento, deve considerare e rispettare i rapporti spaziali tra le lettere e le parole, nella riga e nella pagina.
A tutto questo si aggiunge la componente più cognitiva in cui è necessario pensare a cosa voglio scrivere.
Inoltre, bisogna tenere presente che, a seconda del carattere usato, la richiesta motoria diventa via via più alta: nello stampato maiuscolo le lettere sono in uno spazio solo, mentre nello stampato minuscolo e nel corsivo sono tre gli spazi da considerare, nel corsivo si aggiunge un ulteriore fattore che è il concatenamento delle lettere.
Lucia Tannoia, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva