SVEZZAMENTO: DA PERDITA DEL VIZIO AD ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE
Negli ultimi anni il significato del termine svezzamento si è sempre più allontanato dal concetto di perdita del vizio per avvicinarsi invece alla definizione ormai più utilizzata di graduale passaggio dall’alimentazione esclusivamente liquida (lattea) ad un’alimentazione mista (con introduzione di cibi solidi e semisolidi).
L’alimentazione lattea non è infatti da considerarsi come un vizio da eliminare durante lo svezzamento ma piuttosto saranno i cibi solidi che dovranno gradualmente completare l’alimentazione dei piccoli.
E’ importante infatti tenere sempre presente che il latte (sia esso materno o artificiale) rimarrà l’alimento cardine dei bambini fino all’anno di età.
Per questi motivi ormai il termine svezzamento viene spesso sostituito dalla definizione di alimentazione complementare, complementare appunto al latte e non sostitutiva.
QUANDO INZIARE?
Il ministero della Salute ha stilato delle linee guida per la corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia e nel documento si legge quanto segue:
E’ importante porre attenzione a queste righe perché spesso si tende a considerare l’età del bambino come unico parametro per iniziare l’alimentazione complementare mentre l’OMS non indica una età precisa ma un intervallo di tempo (come per tutte le tappe evolutive ogni bambino ha i suoi tempi).
Credo fermamente che per un genitore conoscere e far proprie queste semplici ma importanti informazioni (il latte rimarrà l’alimento cardine dell’alimentazione del bambino fino all’anno di età. Non esiste un termine rigido per iniziare lo svezzamento) sia fondamentale per riuscire ad affrontare con serenità e consapevolezza questa meravigliosa avventura.
MA ALLORA COME CAPIRE QUANDO INZIARE L’APPROCCIO AL CIBO?
Se è vero che l’OMS e tutte le società scientifiche concordano sul non fissare un termine troppo rigido per iniziare lo svezzamento, è importante però conoscere quali segnali osservare per capire se i nostri bambini sono pronti ad approcciarsi al cibo.
I segnali da osservare sono 4:
- IL BAMBINO HA ALMENO 6 MESI? Come abbiamo visto sopra questo non è un parametro così rigido ma esiste un intervallo di tempo indicativo (17esima-26esima settimana). Un’ introduzione troppo precoce può infatti creare danni alla salute dei reni, predisporre con più facilità a sovrappeso e obesità in età adulta e favorire l’esposizione agli allergeni (per l’incompleta chiusura degli spazi tra le cellule della parete gastro intestinale). Al contrario una introduzione eccessivamente tardiva può favorire una carenza di ferro e ritardi nella masticazione.
- IL BAMBINO RIESCE A RIMANERE IN POSIZIONE ERETTA E A MANTENERE LA TESTA SOLLEVATA DA SOLO? Questo punto è fondamentale per la prevenzione del soffocamento (vi segnalo Libretto gratuito – 5 consigli dell’osteopata della collega Marta Sgambetterra).
- IL BAMBINO HA PERSO IL RIFLESSO DI ESTRUSIONE DELLA LINGUA E ACQUISITO QUELLO FARINGEO? Anche questo punto è fondamentale per la prevenzione del soffocamento perché il reflesso di estrusione è antagonista alla masticazione mentre quello faringeo è protettivo perché provoca il famoso conato. Provate ad avvicinare un cucchiaino vuoto alla bocca del bambino toccandone le labbra, se a questo punto il bimbo porta visibilmente in fuori la lingua quasi sfregandola sul palato (e quasi spingendo via il cucchiaino) allora il riflesso è probabilmente ancora troppo presente.
IL BAMBINO HA UN REALE INTERESSE VERSO IL CIBO?
4. Quarto e ultimo (ma non per importanza) punto è il REALE INTERESSE DEL BAMBINO VERSO IL CIBO. Possono infatti essere presenti tutti gli altri segnali ma se non vi è ancora alcun tipo di interesse verso il cibo non è consigliabile iniziare e forzare il bambino.
Per capire se il bambino mostra o no interesse, osservate i suo comportamenti dopo averlo fatto sedere a tavola con voi e interagite con lui durante i pasti. Allunga le manine verso i vostri piatti? Cerca di imitare la vostra gestualità? Ricordatevi che nel bambino l’approccio al cibo inizia sempre per curiosità e non per fame e coinvolgerlo nei vostri pasti è parte fondamentale di questo percorso.
Per approfondire l’importanza di favorire un pasto sereno in famiglia, vi rimando al mio articolo scritto con la collega Cecilia Allasina dal titolo: L’alimentazione dei piccoli: ingredienti per pasti sereni.
Nei prossimi mesi tratteremo insieme altri approfondimenti sul tema, seguiteci sul Blog.