Come citato nell’articolo “Il sonno dei bambini, ingredienti per notti serene”, il primo ingrediente per potersi prendere cura del sonno dei piccoli consiste nel conoscerne la fisiologia.
Vi spiegherò quindi quali sono i processi implicati nel corpo durante il sonno e come essi si legano al mondo interno dei piccoli e alla relazione con i propri genitori.
Durante il sonno si verificano fenomeni molto complessi, in particolare, il riposo notturno gioca un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento, nella memoria e nella riparazione del sistema nervoso.
Vi è un’intensa produzione di ormoni fondamentali per la crescita che permettono lo sviluppo corporeo e neurosensioriale. Si sviluppano connessioni neurali e quindi il cervello (maturazione cerebrale soprattutto durante la fase REM, durante i sogni), si sviluppa il corpo, si pongono le basi per l’apprendimento, per la capacità di ricordare (memoria, consolidamento esperienze) e portare attenzione.
Il sonno non solo evolve lungo il corso della vita ma anche nel corso della notte. Si parla, infatti, di cicli, che hanno una durata di circa 50/60 minuti per i neonati, fino ad arrivare ai circa 90-120 minuti nei soggetti adulti.
Il sonno di una notte, quindi, è composto da diversi cicli (da 3 a 5 mediamente nell’adulto, di più nei bambini) che si ripetono in sequenza, uno dietro l’altro.
Il singolo ciclo, poi, attraversa diverse fasi, le quali, pur essendo le stesse per adulti e bambini, differiscono nella durata.
Abbiamo in sequenza:
- Una prima fase di sonno leggero, in cui si passa dalla sonnolenza all’addormentamento.
- Una fase di sonno profondo, che serve a ristorarci dalla fatica fisica, il corpo si ricarica e la muscolatura si rilassa.
- Una fase REM, in cui si sogna e che serve a ristorarci dalla fatica mentale, vengono prodotti ormoni fondamentali per lo sviluppo e per il mantenimento del sistema nervoso e svolge un ruolo particolare nel consolidamento della memoria.
- Una fase di latenza, in cui il sonno è molto leggero, che che ci porta ad iniziare un nuovo ciclo di sonno.
In questa fase è facile risvegliarsi, a seconda della fase di vita e dei bisogni del corpo.
Ecco che entriamo nello spinoso argomento dei RISVEGLI NOTTURNI.
I risvegli notturni, nei primi mesi di vita, sono fisiologici, poiché, prima di tutto, garantiscono la sopravvivenza: i piccoli hanno lo stomaco piccolo piccolo e hanno bisogno di essere nutriti con frequenza. Questa responsabilità per fortuna è condivisa, per cui, nel momento in cui il loro corpo sente il bisogno di cibo, attraverso il pianto, lo comunicano ai genitori.
Oltre alla fisiologia legata alla fame, hanno bisogno di adattarsi gradualmente al nuovo mondo che li circonda, non più fatto solo di calore, voci ovattate, luci soffuse e contatto puro.
Per cui, ogni volta che sentiranno il bisogno di tornare un po’ nella dimensione di “saturazione sensoriale” in cui sono stati per quasi un anno, richiederanno senza remore di essere coccolati.
Un altro motivo per cui di notte i piccoli sono spesso svegli è legato ad una questione ormonale. La prolattina, che è l’ormone che stimola le cellule delle ghiandole mammarie alla produzione di latte, è prodotta dal corpo della mamma in modo maggiore durante la notte. La richiesta del bambino è quindi legata alla sincronizzazione dei corpi.
In questo momento, l’unica strategia che posso suggerirvi è:
mamme, cercate di dividere il carico e la fatica, datevi la possibilità di chiedere ai papà un supporto durante la notte e createvi una rete di sostegno durante il giorno che vi possa alleggerire un po’.
Cercate di sincronizzarvi con i ritmi dei vostri piccoli, facendo qualche riposino durante il giorno.
Piano piano lo stomaco dei vostri piccoli, da che era grande come una ciliegina, diventa un ovetto via via sempre più grande, l’allattamento al seno o con il biberon si avvia e piano piano ci si sente più sicuri.
Con il passare nei mesi, i vostri bimbi entrano in contatto con infinite emozioni, in particolare il bisogno di sentire sicurezza e fiducia.
Questi due temi saranno alla base del legame di attaccamento e della relazione che pian piano si sta creando.
Per prendersi cura del sonno, quindi, essendo un tema legato strettamente alla relazione, sarà fondamentale porre l’accento alla cura di questi elementi.
Per il bambino imparare a dormire è parte del processo che lo porterà a diventare autonomo, afferma Manuela Caruselli, mia fidata formatrice.
Per il genitore, accompagnare il proprio figlio a dormire significherà sostenerlo nel fisiologico processo di esplorazione: essere capaci, gradualmente, di separarsi (psicologicamente), di dargli fiducia e trasmettergli sicurezza, facendo inevitabilmente un passo indietro per consentirgli di essere sempre più autonomo.
Questo processo è quindi un intricato insieme di tanti piccoli pezzettini, prevalentemente emotivi, che fanno parte della relazione mamma/papà- bambino. Ogni famiglia avrà tempi diversi, in base ai propri bisogni, alle proprie storie di vita e alle abitudini quotidiane.
Non esiste un momento giusto o uno sbagliato per il passaggio all’autonomia, la cosa importante è osservare i bisogni del bambino e ascoltare i propri bisogni di genitori, cercando di prendervene cura e non trascurarli.
Un ultimo motivo legato ai risvegli notturni è strettamente correlato al carico emotivo che i piccoli, nei primi anni di vita, sono portati a sperimentare, giorno per giorno.
Il loro sistema nervoso lavora molto velocemente, crescono a vista d’occhio e con il corpo, anche le emozioni si sperimentano intensamente.
Tante emozioni: vivide, forti e nuove.
Dopo essersi caricati di vissuti e aver contattato il loro “porto sicuro” (mamma, papà o chi si occupa di loro), i piccoli, possono richiedere di essere consolati e coccolati e queste intense emozioni di essere “organizzate”.
Questo processo è naturale, ma spesso, se non attenzionato, può avere delle ripercussioni sulla qualità del sonno.
Osservare questi segnali può aiutarci a decifrare i messaggi che spesso i piccoli, attraverso particolari atteggiamenti o comportamenti, cercano di mandarci.
Soffermiamoci il più possibile ad osservarli, ammirarli ed ascoltarli.
Abbiamo esplorato alcuni dei motivi legati ai risvegli notturni, che possiamo dividere in: fisiologici, ormonali, emotivi e legati al senso di fiducia e sicurezza.
Nei prossimi articoli approfondiremo altri aspetti legati al sonno dei piccoli, soffermandoci sull’importanza dei riti e dei ritmi, sulla sicurezza dell’ambiente e sui rituali della buona notte, fatti di fiabe, storie e ninne nanne.